Il valore in dogana rappresenta uno degli elementi essenziali al fine di una corretta determinazione della base imponibile per il calcolo della fiscalità doganale e dei dazi, unitamente a classificazione ed origine.
L’attribuzione del valore doganale corretto risulta così di fondamentale importanza per chiunque operi nel commercio internazionale.
Come può essere correttamente individuato?
Il corpus normativo, volendo stabilire un sistema equo, uniforme e neutro, indica come base primaria per il valore delle merci in dogana il valore di transazione.
Si tratta del prezzo effettivamente pagato o da pagare per le merci importate, eventualmente adeguato, in virtù di una serie di elementi specifici che debbano essere inclusi, qualora non già considerati nel prezzo come fatture di anticipo, corrispettivi e diritti di licenza (royalties).
Possono rilevare inoltre altre spese – come quelle di trasporto o altri oneri sostenuti dall’importatore – individuati come fattori che concorrono alla formazione del valore doganale.
Il valore di transazione si applica purché ricorrano determinate condizioni, come ad esempio:
- che non esistano restrizioni per la cessione o per l’utilizzazione delle merci da parte del compratore
- la vendita o il prezzo non siano subordinati a condizioni o
prestazioni per le quali non possa essere determinato un valore in
relazione alle merci da valutare; - nessuna parte dei proventi di qualsiasi rivendita, cessione o utilizzazione successiva delle merci da parte del compratore
ritorni, direttamente o indirettamente, al venditore, a meno che non possa
essere operato un appropriato adeguamento; - il compratore e il venditore non siano collegati o la relazione non abbia influenzato il prezzo
In caso di condizioni in mancanza delle quali non sarà possibile utilizzare il criterio primario cioè il valore di transazione, sarà possibile ricorrere ai criteri secondari.
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