Dal 4 Luglio dazi compensativi su veicoli elettrici cinesi

Tra i vari obiettivi climatici dell’UE previsti dal Green Deal europeo vi è l’obbligo per autovetture e veicoli commerciali leggeri di nuova produzione di rispettare “emissioni CO2 zero” entro la data finale stabilita per il 2035, tappa considerata cruciale per il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050.

L’obiettivo finale previsto per il 2035 si svilupperà in un arco temporale che prevede il raggiungimento e la conformità ad obiettivi intermedi, oltre che l’incentivazione della produzione di veicoli a basse e a zero emissioni, spingendo così sempre di più il mercato verso la transizione al trasporto sostenibile.

Questo trend, sebbene promettente per il settore dell’energia pulita, ha suscitato nuove sfide e opportunità per gli operatori del settore automotive.

L’UE, proponendosi di garantire una transizione giusta e socialmente equa, mira inoltre a “rafforzare l’innovazione e la competitività dell’industria dell’UE assicurando nel contempo parità di condizioni rispetto agli operatori economici dei paesi terzi”.

Sia in considerazione di ciò e sia del notevole incremento delle importazioni di auto elettriche provenienti dalla Cina, la Commissione Europea ha avviato un’indagine d’ufficio durata nove mesi che ha rilevato una “concorrenza sleale” da parte di aziende produttrici automobilistiche cinesi, le quali avrebbero beneficiato di sussidi pubblici da parte del Governo per permettere la vendita dei propri veicoli a prezzi inferiori di quelli di produzione.

A conclusione di tale inchiesta la Commissione UE ha annunciato l’introduzione, inizialmente in via provvisoria, a partire dal 4 luglio di dazi compensativi, in base al Reg. UE 1037/2016, volti a neutralizzare gli effetti negativi delle sovvenzioni in questione.

I dazi previsti andranno ad aggiungersi al dazio ordinario del 10% in misura variabile dal 17/4% al 38,1%, in considerazione dei sussidi ricevuti dalle imprese e della diversa collaborazione mostrata da quest’ultime; le imprese infatti che non hanno voluto collaborare, non ritenendo per loro opportuno svelare dati che ritenevano sensibili, sono state alla fine colpite da un dazio più elevato rispetto alle altre.

Alcuni paesi dell’UE come Germania, Ungheria ed altri hanno espresso la loro contrarietà e timore di ritorsioni da parte del governo di Pechino, il quale ha già contestato le conclusioni dell’UE.

La Cina applica già un dazio del 15% su tutti i veicoli elettrici importati dall’UE, ma

avverte che potrebbe aumentare le tariffe anche sui prodotti agricoli.

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