Le circostanze sociali, politiche e storiche che stiamo vivendo sono segnate da elementi di discontinuità con un passato non troppo lontano.

Per rimanere competitivi sul mercato internazionale è doveroso imparare a convivere con i cambiamenti radicali e significativi: essere sempre pronti a rivedere le proprie strategie operative, la dislocazione delle produzioni e valutare attentamente i mercati di sbocco più proficui per i propri prodotti finiti.

 A seguito dei numerosi fatti avvenuti negli ultimi anni, il quadro politico commerciale è divenuto sempre più complesso. 

La politica dei dazi di Donald Trump, la prima pandemia da Covid- 19 – che ha evidenziato la dipendenza dalla Cina per l’importazione di mascherine – la guerra in Ucraina – fermo di importanti porti cinesi che hanno notevolmente rallentato o bloccato la supply chain globale – e per concludere la crisi delle materie prime, sono tutti eventi e fatti che hanno evidenziato la necessità di più indipendenza dagli approvvigionamenti: le imprese si confrontano adesso con l’esigenza di maggiore autonomia.

A completare il quadro, oltre all’oramai indiscussa necessità di una transizione verso un sistema produttivo più sostenibile, vi è stata l’impennata dei prezzi del gas, combustibili fossili e carburanti che hanno impattato notevolmente sui trasporti e spese di spedizione.

Così una nuova globalizzazione nel segno della stabilità ed affidabilità rafforza il fenomeno del Back-shoring: un cambio di strategia che riporta in Italia linee produttive, riapertura di magazzini, catene di montaggio e linee operative che negli ultimi venti trent’anni erano state dislocate.


Si torna a casa! 
Si tratta sicuramente di un bel progetto ma che richiede, oltre ad un’organizzazione notevole, la capacità di attuare strategie politiche ed operative per rafforzare produzioni e filiere italiane: un contesto che permetta su più fronti di poter realizzare gli stessi beni mantenendo un prezzo concorrenziale sul mercato.

A favorire il fenomeno di back-shoring vi sono inoltre motivazioni legate ad esempio ai tempi di consegna, costi di trasporto, al tema del ” Made in “, alle tematiche doganali.

In tale complesso scenario le aziende possono trovare soluzioni investendo nella formazione e nell’aggiornamento per rimanere sempre competitivi all’interno di scenari flessibili.

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