La dieta mediterranea è la migliore. Per gli italiani lo è da sempre, per il resto del mondo almeno da 5 anni (tanti sono i titoli consecutivi conquistati nel Best Diet Ranking).

Suo elemento cardine è l’olio, il condimento che fin dall’antichità ha conservato l’appellativo di “oro giallo”. I noti effetti positivi dell’olio sulla salute hanno portato all’aumento della richiesta, da parte di una popolazione sempre più attenta al green e a curare la qualità della propria alimentazione.

La pandemia, accelerando il consumo di alimenti salutari, ha portato ad una notevole ulteriore crescita della domanda. Tanto da far raddoppiare nel 2021 le esportazioni di olio di oliva Made in Italy.

L’Italia, con circa 315 milioni di chili, è il secondo produttore mondiale, dietro la Spagna e seguita dalla Tunisia al terzo posto (l’olio di oliva è la principale fonte economica dell’export tunisino) e dalla Grecia al quarto.

Le esportazioni di olio di oliva in particolare verso l’Asia sono triplicate (+ 162%). Per quanto concerne l’olio extra vergine d’oliva, l’esportazione del nostro condimento tricolore vede confermato come maggior Paese di esportazione gli Stati Uniti, seguito da Germania, Francia, Gran Bretagna e Giappone.

L’esportazione di olio sembra continuare a crescere: studi sostengono che sul lungo periodo il mercato dell’olio extra vergine d’oliva arriverà a valere oltre 1815 milioni di dollari entro il 2026.

Dunque un export molto dinamico e in continua crescita, che per essere supportato necessita di  adeguate strutture conoscitive, operative, scelta di adeguati regimi doganali definitivi o sospensivi, temporanee, perfezionamenti, iter autorizzativi, procedure finalizzate a trasformare criticità in punti di forza, cogliendo così le opportunità di crescita internazionale.

Ulteriore nota di attualità è inoltre l’importazione di olio di girasole dall’Ucraina, principale paese esportatore mondiale. In questa fase bellica l’Ucraina, al fine di cercare di salvaguardare il più possibile le necessità alimentari interne, è dovuta ricorrere a una limitazione alle proprie esportazioni di vari prodotti agroalimentari. Fra questi anche l’olio di girasole, utilizzato nel nostro paese anche in comparti dell’industria alimentare per la produzione di vari alimenti presenti sulle nostre tavole.