Nel mirino dei dazi USA ora anche la pasta italiana mentre l’UE annuncia misure di protezione per le importazioni di acciaio a basso costo.
L’amministrazione Trump ha annunciato l’imposizione di superdazi al 107%, con accuse di dumping rivolte ad alcune aziende italiane. Ciò comporterebbe a partire da gennaio 2026 una maggiorazione sulla pasta italiana delle tariffe attualmente imposte (al 15%) pari al 91,74%.
Se tale provvedimento fosse confermato, ciò sarebbe un’ulteriore “stoccata ” per un altro rilevante comparto simbolo del nostro Made in Italy. Anche in questo settore le aziende italiane stanno ponendo al vaglio ulteriori ipotesi ed opzioni per difendere la propria economia, tra le quali anche l’eventuale apertura di stabilimenti negli USA, ipotesi questa già prospettatasi per altri comporti.
Ricordiamo, ad esempio, che per quanto concerne i prodotti derivati dall’alluminio è fondamentale, per poter beneficiare dell’esenzione del dazio ad valorem, attualmente al 50%, dimostrare che l’alluminio sia stato fuso e colato negli Stati Uniti. Qualora invece l’importatore non sia in grado di identificare i paesi di fusione e colata sarà applicato un dazio pari al 200% , come per quanto previsto per l’alluminio originario della Russia.
L’amministrazione Trump ha annunciato l’imposizione di superdazi al 107%, con accuse di dumping rivolte ad alcune aziende italiane. Ciò comporterebbe a partire da gennaio 2026 una maggiorazione sulla pasta italiana delle tariffe attualmente imposte (al 15%) pari al 91,74%.
Se tale provvedimento fosse confermato, ciò sarebbe un’ulteriore “stoccata ” per un altro rilevante comparto simbolo del nostro Made in Italy. Anche in questo settore le aziende italiane stanno ponendo al vaglio ulteriori ipotesi ed opzioni per difendere la propria economia, tra le quali anche l’eventuale apertura di stabilimenti negli USA, ipotesi questa già prospettatasi per altri comporti.
Ricordiamo, ad esempio, che per quanto concerne i prodotti derivati dall’alluminio è fondamentale, per poter beneficiare dell’esenzione del dazio ad valorem, attualmente al 50%, dimostrare che l’alluminio sia stato fuso e colato negli Stati Uniti. Qualora invece l’importatore non sia in grado di identificare i paesi di fusione e colata sarà applicato un dazio pari al 200% , come per quanto previsto per l’alluminio originario della Russia.
Tutto ciò mentre l’UE per proteggere il mercato europeo dell’acciaio annuncia contromisure che, se saranno applicate, prevedono una riduzione del 50% dei contingenti tariffari in importazione a dazio zero, e parimenti l’aumento dei dazi al 50% oltre tale soglia. Questo provvedimento è finalizzato a proteggere il nostro mercato interno UE da importazioni a basso costo provenienti da paesi terzi.
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